Pastiera

Pastiera

Pasqua è passata ma la Pastiera è uno dei dolci simbolo della tradizione napoletana in cui si incrociano le tradizioni familiari e la scuola pasticcera classica.
Si prepara il giovedì santo e si mangia la domenica di Pasqua, per dare tempo agli aromi di amalgamarsi bene tra loro. Anche quando si prepara in altri momenti, occorre prepararla almeno tre giorni prima di mangiarla.

Molto probabilmente la pastiera era un dolce sacrificale che veniva offerto alla Sirena Parthenope. Una antica leggenda che la sirena Partenope incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora.
Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d’amore e di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato.
Per ringraziarla, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero.
Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte come simbolo dorato della vita germogliante e rafforzato dal primo alimento della vita; l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra volevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.
La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli Dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

La decorazione a “grata” di pastafrolla sulla pastiera, in numero di sette strisce complessive (quattro in un senso e tre nel senso trasversale), a croce greca, formano la “planimetria” di Neapolis così come ancora oggi si presenta con i tre Decumani e con i Cardini che li attraversano in senso trasversali.

Ingredienti per una Pastiera di 26 cm

Per la Frolla
250 gr di farina;
150 gr di zucchero;
125 gr di burro;
1 uovo;
scorza grattugiata di 1 limone;

Per il ripieno
250 gr di grano cotto;
20 gr di burro;
125 ml di latte;
un pizzico di sale;
400 di ricotta;
250 g di zucchero;
2 uova;
1 tuorlo;
70 gr di macedonia candita;
40 ml di fiori di arancio;
1 bustina di vanilina;

Per la frolla impastare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Coprite con della pellicola e fate riposare in frigo per almeno un’ora.
Per il ripieno versate in una casseruola il grano cotto, aggiungete il latte, il burro e il sale amalgamate il tutto e portate ad ebollizione e fate cuocere per 15 minuti.
Togliete dal fuoco e fate raffreddare. Unite lo zucchero, la ricotta, la vanilina e le uova.
Infine unite i fiori d’arancio e i canditi.
Con un mixer frullate il composto fino ad ottenere una crema.
Imburrate la teglia da 26 cm, tirate la frolla e ricoprite la teglia fino all’orlo.
Versate il ripieno e decorate con le sette strisce di frolla disposte a griglia.
Infine infornate in forno già caldo a 180° per circa un’ora.
Fate raffreddare la Pastiera e decorate con zucchero a velo.



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